Dimensionamento scolastico-offerta formativa regionale
Si è svolto in data odierna l’incontro informale on line convocato per le vie brevi dall’ass. LEO per discutere con le OO.SS. la versione finale delle linee di indirizzo per il dimensionamento e il riordino dell’offerta formativa regionale che saranno portate in giunta la prossima settimana.
L’ASSESSORE, nella sua introduzione, ha ribadito la contrarietà del governo regionale pugliese ai provvedimenti imposti dal governo che – ricordiamo –produrranno nel 2025/26 la soppressione di 18 autonomie scolastiche: le4 riduzioni previste dal piano ministeriale e le 14che furono oggetto di salvaguardia annuale nel 2023/24.
La dott.ssa LAMACCHIA, entrando nel merito delle modifiche apportate alla prima versione del documento, già discussa con le OO.SS. il 9 luglio scorso, recependo alcune richieste emerse in quella sede, ha chiarito che1. È stato modificato il cronoprogramma degli adempimenti; il nuovo prevede le seguenti scadenze:
entro il 20/9 saranno chiusi i tavoli tecnici tra le istituzioni territoriali
entro il giorno 11/10 dovranno essere formulate le proposte alternative di scuole e comuni interessati con il coinvolgimento delle OO.SS.
entro il 6/11 l’USR dovrà esprimere il proprio parere
entro il 20/11 è previsto il parere degli uffici regionali
entro il 30/11 la Regione approverà il piano
2. Sono stati rivisti i numeri degli adeguamenti (tagli) di cui ciascuna provincia/città metropolitana sarà chiamata a farsi carico sulla base dei dati demografici e sulle proiezioni relative alle iscrizioni
3. La riorganizzazione, questa volta, dovrebbe gravare prioritariamente –saranno gli enti territoriali a definirlo nel dettaglio – sul secondo ciclo. Nel nostro intervento abbiamo sostenuto che anche questa volta la regione perderà l’occasione di definire attraverso il dimensionamento scolastico un’offerta formativa che esprima un’idea di sviluppo complessivo della società e dell’economia pugliesi e sani alcune storture prodotte dalla cattiva gestione della rete scolastica nel passato.
L’assessore non ritiene che questo sia un suo compito. Nel dettaglio, i suoi uffici hanno spiegato che le linee guida riguardano l’assetto delle istituzioni scolastiche, non l’offerta formativa. Di quest’ultima si parlerà invece in incontri che l’assessorato promuoverà nel mese di settembre e che vedranno coinvoltigli enti territoriali, gli operatori economici e le autonomie scolastiche.
Non è stato difficile ricordare agli interlocutori di oggi che esperienze di questo tipo sono state già portate avanti (in maniera anche più strutturata) in anni non troppo lontani e hanno prodotto esiti che sfideremmo chiunque a definire positivi.
Per l’ennesima volta, abbiamo creduto di interpretare correttamente il nostro ruolo attraverso l’invito a porsi alcune semplici domande.
Quanto incide sull’esodo dagli istituti tecnici e professionali (geometri e agrari, in particolare, lo dice lo stesso assessorato) e dagli istituti alberghieri il fatto che essi siano accorpati confusamente da una parte con informatica e telecomunicazioni, da un’altra con meccatronica, da un’altra, ancora, con i servizi socio-sanitari o commerciali, mai, o quasi, siano associati tra di loro a formare una filiera che è quella che agisce nella realtà economica? Quanto questa marmellata prodotta nel tempo dalla miopia dei politici e dei cosiddetti tecnici, dalle relazioni dei singoli potenti e dalle velleità dei campanili potrà conciliarsi con un impiego utile delle risorse messe a disposizione degli ITS per la creazione delle filiere tecnico-professionali, contrastando i disegni governativi di riduzione del ciclo di studi?
Quanto incide sul tramonto dei professionali la creazione di autonomie scolastiche proteiformi che contengono in sé indistintamente licei, tecnici e professionali?
Abbiamo registrato che le nostre domande cadono sostanzialmente nel vuoto.
Attendiamo di ricevere, in copia, il testo ufficiale delle linee di indirizzo che saranno portate in giunta la prossima settimana, rassegnati alla confusione per cui i numeri – della demografia, delle anagrafi scolastiche – non siano un supporto al ragionamento, bensì siano l’unico ragionamento di cui le istituzioni preposte sono capaci.
da Leic8aq00q-psc